Sangue Loro – Pablo Trincia e Luca Lancise

5 Mar , 2024 - Podcast

TITOLO: Sangue Loro

AUTORE: Pablo Trincia, da un’idea di Luca Lancise

NUMERO EPISODI E DURATA: 6 episodi da 33-49 min

SOUND DESIGN: Michele Boreggi

GIUDIZIO: ★★★★☆

Oggi parliamo del nuovo podcast di Pablo Trincia, Sangue loro – il ragazzo mandato a uccidere, nato da un’idea di Luca Lancise.

L’hype era alto, molto alto. Pablo Trincia, per chi non lo conosce, è garanzia di assoluta qualità, e quando il miglior podcaster in Italia preannuncia che sta per uscire il suo miglior lavoro l’attenzione è alle stelle. L’esperienza è stata all’altezza delle mie aspettative?

Innanzitutto, capiamo qual è il tema, che non è molto immediato e anzi, di puntata in puntata il focus sembra spostarsi sempre dando una costante sensazione di essere in preda degli eventi fino al momento in cui poi tutto risulta chiaro e si rimane con la mascella penzoloni perché la storia, o meglio, la visuale, ha dell’incredibile, e la domanda che il podcast ci pone soggiace già nelle nostre paure più ancestrali, in quei pensieri che ci fanno ritardare il sonno. Banalmente, ci si chiede il perché del male, il perché delle bombe e degli attentati. E a rispondere è Hassan, un ragazzo palestinese che ha conosciuto la guerra e la morte troppo presto, e che nel 1985, ancora minorenne, era stato messo su un aereo diretto in Italia per piazzare una bomba che ha ucciso una donna. A porre le domande invece è Daria, una donna italiana sulla quarantina, che in quell’attentato ha perso la madre, e che non ha mai smesso di chiedersi il perché.

Per quanto riguarda lo stile, Pablo Trincia è una divinità e non ne sbaglia una, e le musiche e il montaggio sono sicuramente all’altezza della storia, che non riguarda solo le vicende personali di Hassan e Daria, ma è la Storia con la “s” maiuscola: quella di un paese costantemente sotto attacco, in cui non ci sono prospettive e in cui è facile diventare vittime di organizzazioni estremiste che cercano di attirare attenzione sul Medioriente con metodi che, agli occhi occidentali, risultano barbari, ingiustificabili, incomprensibili; un paese in cui il sangue viene versato come fosse acqua, in cui la morte si respira in ogni dove. Al tempo stesso, si va ad analizzare la Roma degli anni ‘70-’80 e i suoi ripetuti attacchi terroristici, soprattutto negli aeroporti e negli uffici di compagnie aeree, con tutta la paura e l’instabilità che ne conseguirono.

Ho detto “ripetuti” perché effettivamente, anche se non ce li ricordiamo, ce ne sono stati molti, e il più sanguinario è stato quello all’aeroporto di Fiumicino nel 1985, di cui Pablo Trincia va a intervistare i superstiti, e in particolare Ugo Gargiulo, che ha trascorso la vita a ripetere «Non giustificare ma capire», Sandra Milo con sua figlia, e Khaled, uno degli attentatori, che però è stato colpito da un infarto poco dopo l’intervista. Al suo funerale – sorpresa – c’era Hassan, amico d’infanzia di Khaled, con cui la troupe entra in contatto. Insomma, un bell’intreccio.

Per concludere, mi è piaciuto? Certo che mi è piaciuto, e lo riascolterei con piacere. È il miglior podcast di Pablo Trincia? Sì per l’idea, no per l’esecuzione: le prime puntate le ho trovate troppo lente, piene di dettagli commoventi ma povere di informazioni concrete. Poi però le ultime mi hanno presa a cazzotti, e ci lasciano con la possibilità di un incontro tra Hassan e Daria. Avverrà oppure no? E se avverrà, che diavolo si dicono una donna che ha perso la madre in tenera età e l’ormai uomo che, piazzando una bomba, le ha fatto saltare via ogni certezza, privandola dell’affetto materno?

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