
TITOLO: Quando muori resta a me
AUTRICE: Zerocalcare
GENERE: Fumetto
EDITORE: Bao Publishing
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2024
PAGINE: 304
CODICE ISBN: 979-12-5621-009-1
GIUDIZIO: ★★★★★
A scuola ti insegnano felice – triste – arrabbiato.
Il senso di colpa non te lo spiega nessuno.
Ed è (anche) del senso di colpa che parla l’ultimo fumetto di Zerocalcare, pubblicato a maggio 2024. L’espediente che scatena questa ed altre riflessioni è il viaggio che lo scrittore di Rebibbia si trova ad affrontare in compagnia di genitore 2 – suo padre – per via di una vecchia casa di famiglia situata sulle Dolomiti. Non si tratta di un’avventura facile, ma di un viaggio al tempo stesso fisico, mentale e sentimentale che non promette nulla di buono. Riapre vecchie questioni irrisolte, ponendo l’autore di fronte a domande apparentemente senza risposta e che richiedono uno sforzo non indifferente su più fronti per essere risolte. Praticamente la terza prova della maturità.
Michele Reich (il nome d’arte Zerocalcare è nato quando, dovendo scegliere un nickname per partecipare ad una discussione in un forum su Internet, il fumettista si è ispirato al ritornello di uno spot televisivo che promuoveva un prodotto anti-calcare per ferro da stiro che stava andando in onda in quel momento) ci trascina con sé in questa odissea in bianco e nero costellata di flashback e caratterizzata dal suo immancabile accento romano e dai consigli del tanto amato armadillo, coscienza dell’autore stesso. Se però dieci anni fa con Dimentica il mio nome il fumettista romano rese omaggio alla madre e al ramo materno della famiglia, con il suo ultimo lavoro investiga la linea maschile, affrontando il significato dell’essere padre, l’analfabetismo emotivo del maschio, il modo in cui l’uomo (non) esprime l’affettività, evidenziandone la falla principale – l’incapacità di comunicare – e i cambiamenti che si possono mettere in atto per migliorare le relazioni con gli altri. Insomma, quando leggi i fumetti di Zerocalcare inizi ridendo e finisci piangendo.
Leggere Zerocalcare per me è come fare due chiacchiere con l’amico d’infanzia che capisce le tue paranoie e forse proprio per questo riesce sempre a strapparti un sorriso. Sa farti riflettere senza la pretesa però di avere ragione, e in questo processo ti fa sentire meno solo, perché in fondo racconta i problemi di un comune mortale: due genitori che divorziano, le scadenze a lavoro, la paura di non farcela e più in generale l’ansia di vivere.
«Hai scopato?»
«No.»
«Bravo. Sei un grande. Sei cintura nera de come se schiva la vita. Quinto Dan.»
Dialogo tra l’Armadillo e Zerocalcare in Strappare lungo i bordi (2021), ep. 5, Netflix.

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