
TITOLO: Il castello di ghiaccio
AUTORE: Tarjei Vesaas
TRADUTTRICE: Irene Peroni
GENERE: Narrativa
EDITORE: Iperborea
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2022
PAGINE: 185
CODICE ISBN: 9788870919059
GIUDIZIO: ★★★★☆
Che io abbia un’ossessione per le copertine azzurre è ormai un dato appurato ma, ultimamente, se il colore è accostato a un nome impronunciabile, ecco qua che non capisco più nulla e mi ritrovo col libro in mano.
Questo è il caso di Il castello di ghiaccio, con cui Tarjei Vesaal vinse il Premio del Consiglio Nordico nel 1964.
Il testo si apre così:
“Una bianca, giovane fronte che avanzava attraverso le tenebre. Una ragazzina di undici anni. Siss.
Era ancora pomeriggio, ma già buio. Un gelido autunno inoltrato. Stelle, ma niente luna e niente neve che riflettesse un po’ di luce – perciò l’oscurità era fitta, nonostante il cielo stellato. Ai lati c’era il bosco, nel suo silenzio mortale – con tutto ciò che poteva vivervi e gelarvi dentro in quel momento.
Siss aveva molti pensieri mentre camminava, infagottata contro il gelo. Stava andando per la prima volta a casa di Unn, una ragazzina che conosceva appena; verso qualcosa di ignoto, e per questo così emozionante.”
La protagonista principale è Siss, una ragazzina vivace e intraprendente che fa presto conoscenza con Unn, la nuova arrivata nel paesino. Unn ha perso i genitori e si è trasferita per stare dalla zia, una donna buona e apprezzata da tutti, ma che vive ai margini della società. La ragazzina è particolarmente silenziosa, e schiva con abilità ogni mano tesa, ogni possibile contatto coi compagni di classe, che si dimostrano subito amichevoli nei suoi confronti. Siss però non si arrende; c’è qualcosa nella nuova arrivata che la attrae più della forza di gravità, e diventare sua amica inizia a essere per lei una questione di vita o di morte, sebbene provi a nasconderlo in tutti i modi. Un giorno riesce nel suo intento, e finalmente Unn la invita a casa sua, dove succede qualcosa di speciale, di profondo come solo i gesti fatti in quegli anni che separano l’infanzia dall’adolescenza sanno essere. Basta poco, e quel legame diventa viscerale, indissolubile.
Ma emozioni di una tale portata non si è sempre in grado di sopportarle, e così arriva la fuga, e con lei un castello di ghiaccio che separerà le due, legandole al tempo stesso ancora di più.
Siss non si arrende alla perdita dell’amica, ma i paesaggi, per quanto incantati e meravigliosi, sono ostili, e con l’arrivo dell’inverno il ghiaccio non si impadronisce soltanto dei boschi e dei fiumi, ma anche dei cuori, che diventano sempre più aridi. Ci si appiglia a delle parole, a dei gesti; ma dentro qualcosa si è congelato.
La scrittura è esattamente come ce la si aspetta dalle tematiche: asciutta ed evocativa; mai una parola di troppo, ma i sentimenti zampillano da ogni dove. Nel paesino in cui è ambientata la storia vivono poche anime che si conoscono da generazioni: per quanto si eviti il contatto con gli altri, nascondere cosa si prova davvero è impossibile; si è tutti legati, come una grande famiglia che, inverno dopo inverno, acquisisce maggiore solidità, e che in situazioni di pericolo si muove come un tutt’uno, come guidata verso la nuova primavera da una sorta di coscienza collettiva.
Il castello di ghiaccio è un libro che fa viaggiare in mondi inesplorati, e delle volte sembra quasi di sentirlo quel freddo che immobilizza, e al tempo stesso quel tepore delle piccole certezze che ci accompagnano per tutta la vita. Non rientra, a mio parere, nella categoria dei libri che vanno assolutamente letti prima di morire, ma mi sentirei di consigliarlo a chiunque abbia voglia di perdersi tra boschi e pagine.

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