Silent Hill 2 Remake

20 Ott , 2024 - Videogiochi

SVILUPPATORE: Bloober Team

DISTRIBUZIONE: Konami

GENERE: Survival horror

ANNO DI USCITA: 2024

GIUDIZIO: ★★★★★

Nei miei sogni agitati, vedo quella città.
Silent Hill.

A ventitré anni dall’uscita del videogioco originale del 2001, l’8 ottobre di quest’anno esce Silent Hill 2 Remake, sviluppato da Bloober Team e distribuito da Konami, la casa di produzione della prima versione del gioco.

In gergo videoludico Silent Hill è definito un “survival horror”, ovvero, come dice il termine stesso, un gioco dall’ambientazione cupa e particolarmente paurosa, in cui la missione del protagonista sarebbe, appunto, quella di sopravvivere. In realtà Silent Hill è proprio uno dei padri fondatori di questo genere, insieme ad altri famosissimi titoli come Resident Evil. In questa piccola recensione, tuttavia, non parlerò degli aspetti puramente tecnici del videogioco, per esempio del gameplay o del game design, semplicemente perché non ho le competenze per poterne parlare, dunque mi limiterò a trattare della storia, di quello che mi ha lasciato e delle varie interpretazioni a cui essa si presta.

James Sunderland, nei cui sfortunati panni ci ritroviamo a giocare, riceve una lettera da sua moglie Mary, la quale lo esorta a raggiungerla nella “ridente” cittadina di Silent Hill.

Mi avevi promesso che un giorno
mi avresti riportato lì.
Ma non l’hai mai fatto.
Beh, ora sono lì da sola…
Nel nostro posto speciale
E ti aspetto…

Peccato che Mary sia morta ben tre anni prima che James ricevesse la lettera, a causa di “quella dannata malattia” di cui non ci è dato sapere altro. Chiunque a questo punto penserebbe ad uno scherzo di cattivo gusto, ma non James, nella cui mente inizia a serpeggiare un dubbio atroce: che Mary sia veramente lì, a Silent Hill, ad aspettarlo nel loro “posto speciale”? E quale sarebbe questo posto speciale se, per loro, tutta la città lo era? Incomincia così il viaggio di James, o meglio la sua ossessione, o meglio ancora la sua personale discesa verso l’inferno.

Il paesaggio montuoso, punteggiato da file di case rustiche e pittoresche, fa da sfondo al lago di Toluca, che risplende di una miriade di incantevoli colori all’alba e al tramonto. Silent Hill vi regalerà emozioni e vi farà sentire in pace.

Nulla di più lontano dal vero. Attraverso gli occhi di James, Silent Hill si presenta fin da subito come una città fantasma, nascosta da una sottile, penetrante, infinita coltre di nebbia che tutto permea, arrugginisce e decompone. Eppure James non è l’unico ad essere arrivato a Silent Hill. Attraverso la coltre scorgerà Angela, una strana ragazza in cerca di sua madre; Eddie, un uomo ambiguo e paranoico; Laura, una bambina di soli otto anni che sembra avere uno strano legame con la stessa Mary e per ultima, ma non per importanza, l’enigmatica e affascinante Maria. La cosa sconcertante agli occhi di James è che Maria assomiglia incredibilmente proprio alla sua defunta moglie, oltre al fatto che i loro nomi sono quasi identici. Chi è veramente Maria? Cosa ci fa a Silent Hill?

James, caro, ti è successo qualcosa? …Mi stai confondendo con un’altra?

Innanzitutto, però, occorrerebbe chiedersi che cosa sia Silent Hill stessa. Questa è una domanda che mi sono ritrovato spesso a pormi lungo circa le diciotto ore che ho trascorso con James nella cittadina abbandonata. In qualche modo tutti i personaggi sono attratti dal richiamo della città per un motivo o per un altro e, a meno che non siano una sorta di manifestazioni mentali di James, questi personaggi vivono a loro volta i propri inferni personali, come intrappolati in una dimensione che li costringe a porsi faccia a faccia con i loro peccati. C’è una scena in particolare, verso la fine del gioco, che ho trovato, oltre che illuminante da questo punto di vista, anche davvero molto bella. James incontra Angela su una scalinata in fiamme e qui la ragazza chiede a James se anche lui vede il fuoco che li circonda. James lo vede di sicuro, perché anche noi giocatori, i suoi occhi, lo vediamo. È a questo punto che Angela rivela a James come per lei in realtà l’atmosfera sia così tutto il tempo: perennemente in fiamme. Ne dobbiamo dedurre, forse, che James ha appena intravisto solo una parte dell’inferno personale di Angela e che dove lui vede nient’altro che nebbia, la ragazza vede solo fiamme. Ma è davvero corretto parlare di inferno? O sarebbe più opportuno definire Silent Hill, invece, come un purgatorio? Ho già accennato alla dimensione del peccato, tema che credo sia centrale nel mondo di gioco. Il senso di colpa, in effetti, sembra un tormento con cui James si ritrova a fare i conti lungo tutto il suo viaggio. All’inizio è una sensazione velata, come la nebbia che ricopre Silent Hill, poi man mano che si prosegue nella narrazione, che si scende nell’abisso (iconica, in questo senso, la scena delle prigioni, in cui James si lascia cadere in un buco profondissimo e oscuro), la nebbia si dirada, cedendo il passo ad una dimensione di puro terrore, corrotta, in cui tutto è in sfacelo. È questa la dimensione della colpa? Ovviamente sta agli altri giocatori interpretarla come meglio credono.

Arriviamo adesso a Maria, uno dei personaggi più controversi del gioco. Non desidero tuttavia soffermarmi molto su di lei, perché penso sia uno di quei personaggi che vanno scoperti man mano nel gioco, per poterli apprezzare a pieno. Mi limiterò ad esporre la mia personale interpretazione della sua figura. Quello che subito salta all’occhio è, nonostante l’incredibile somiglianza, quanto Maria sia esattamente l’opposto di Mary. Dove l’una, Mary, è dolce e delicata, l’altra, Maria, è arguta e sensuale. Maria non ha problemi a mostrarsi seducente, ammaliante, come una vera femme fatale. Semplicemente lo notiamo anche dai vestiti che indossa e che vanno ad esaltare le sue forme, le curve e la scollatura. Nulla di più lontano dal vestiario di Mary, che invece va pudicamente a nascondere tutto quello che Maria non si vergogna di mostrare. Se vogliamo, rispettivamente Mary e Maria, infatti, potrebbero tranquillamente rappresentare la famosa opposizione tra amor sacro e amor profano. Che Maria sia quella parte di Mary che James avrebbe in qualche modo voluto vedere più spesso in sua moglie? Chissà. Fatto sta che gli stessi mostri che ci ritroviamo a combattere, i manichini inquietanti, ma soprattutto le infermiere in abiti succinti e dal volto senza fattezze, sembrano in qualche modo una visione morbosa della sessualità da parte di James: attrazione e repulsione insieme. Che siano la rappresentazione di una sorta di repressione sessuale del protagonista? Sia chiaro, la mia intenzione non è quella di psicanalizzare James, è solo un’altra questione che mi sono posto, poi, com’è giusto che sia, agli altri giocatori la libertà di interpretare tale questione come vogliono.

Traendo le conclusioni, Silent Hill 2 Remake rimane per me un gioco meraviglioso, un gioco che riesce a trattare in una maniera allo stesso tempo delicata e disturbante temi di grande maturità, come l’elaborazione del lutto. Un gioco che insegna a riflettere sull’amore e sull’odio, sul peccato e sulla redenzione. Il mio consiglio finale è di lasciarsi cadere in questo “paese delle meraviglie” cupo e spaventoso, anche per capire che la vera paura non è fatta di soli jumpscares, ma di qualcosa di molto più profondo, quasi fino all’abisso.

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