
TITOLO: Squid Game 2
REGISTA: Hwang Dong-hyuk
DATA DI USCITA: 26 dicembre 2024
GENERE: azione-drammatico
EPISODI: 7
VOTO: ★★★☆☆
Cruenta, movimentata, inaspettata e piena di suspance: questi sono solo alcuni degli aspetti che caratterizzano la seconda stagione di Squid Game, uscita su Netflix il 26 dicembre 2024. Questo prodotto sud-coreano ha spopolato in tutto il mondo già tre anni fa, con il suo esordio aveva conquistato subito una folta schiera di ammiratori impazienti di conoscere il seguito. Bene… eccoci accontentati!
Sulla trama generale della serie direi che non c’è bisogno di soffermarsi troppo: Gi-Hun è un uomo che lotta ogni giorno contro la ludopatia, una dura battaglia da cui ne esce sempre sconfitto. I debiti crescono, le finanze chiedono pietà e al protagonista non resta altro se non tentare la sorte come giocatore di una competizione. Superando tutte le sfide otterrebbe in premio la soluzione a ogni suo problema: una montagna di soldi. Tutti noi, al termine della prima stagione, credevamo che Gi-Hun avrebbe iniziato un nuovo capitolo della sua vita, ricongiungendosi con sua figlia che aveva trascurato un po’ a causa del suo disturbo. Invece, ecco che apre ancora una volta le danze del gioco, questa volta affiancato però da nuovi compagni di viaggio. Con alcuni va molto d’accordo, con altri non scorre buon sangue, ma il suo unico obiettivo resta quello di smascherare gli artefici di questa competizione mortale. Devo ammettere che la seconda stagione mi ha lasciato dei sentimenti contrastanti, cercherò di raccontarveli senza fare troppi spoiler (o almeno, ci provo)!
L’inizio ha avuto un ritmo molto lento infatti, salvo qualche scena in cui riconoscevo lo stile unico di Squid Game, ho faticato un po’ a mantenere la concentrazione. C’è da dire inoltre che ogni episodio ha una durata di almeno un’ora, per cui anche tale aspetto non ha giovato molto alla narrazione. Fortunatamente, passati i primi due episodi, la storia prende il via e diventa veramente interessante, riacquistando così quel magnetismo che la caratterizza. Senza ombra di dubbio, un merito da attribuire a questa serie è la capacità di creare un’aria di suspance talmente forte da incollare lo spettatore davanti allo schermo. Anche nella seconda stagione ovviamente non possono mancare le sfide che ogni giocatore deve sostenere per passare al livello successivo, caratterizzate sempre dal contrasto tra le colonne sonore infantili e l’azione che invece è molto cruenta. (Sì, lo so che state tutti canticchiando la famosa canzoncina spopolata ormai anche sui social!). Devo dire che ho trovato più interessanti le challenge della seconda stagione rispetto alla prima, in particolare quella del famoso girotondo musicale che avviene nel sesto episodio. Sicuramente avrete visto moltissimi frame della scena anche solo per caso, ma vi assicuro che comprenderne le dinamiche è tutt’altra storia! Questo momento è stato il più toccante, perché la crudeltà del gioco non perdona nessuno.
Altra nota positiva della stagione è data dalle ripetute votazioni che i giocatori devono effettuare, per scegliere se continuare il gioco o interromperlo e tornare a casa. La razionalità credo porti ognuno di noi a dire: «dai, prendi quel bottino ottenuto fino ad ora e scappa». Ma per chi fuori da quelle mura non ha una ragione per continuare a vivere, questa sfida diventa improvvisamente l’unico barlume di speranza in un mare di sofferenza. Ogni partecipante è contemporaneamente la vittima e il carnefice di se stesso, per cui ci si trova a compatirli e detestarli allo stesso tempo.
Inoltre, ho molto apprezzato la totalità dei nuovi personaggi introdotti nella seconda stagione; tutti sono stati in modi diversi funzionali allo sviluppo della trama. La mia preferita è stata senz’altro la giocatrice n.102, Hyun-Jin. Mi ha davvero toccato la sua storia e le ragioni che l’hanno spinta a intraprendere questo folle percorso, seppur si sia pentita poco dopo. Anche gli antagonisti, che ho trovato veramente insopportabili, hanno svolto il loro lavoro in modo impeccabile: quello di risultare antipatici!
Devo ammettere che in alcuni momenti ho un po’ percepito la forzatura nel proseguire una storia che a mio avviso poteva anche terminare nella prima stagione. Una sensazione che poi si è attenuata di fronte a scene che invece sono state degne di nota. Speriamo che la terza (e ultima?) stagione non mi deluderà e che dia una degna conclusione a questa serie che è comunque una chicca da non perdere.
In conclusione: consiglierei Squid Game 2 ad un pubblico di spettatori e spettatrici? La mia risposta è sì, perché rimane un prodotto valido e degno di nota, se ovviamente siete amanti di un genere che a tratti simpatizza con il mondo splatter!

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