
TITOLO: Adolescence
IDEATORI: Jack Thorne e Stephen Graham
REGISTA: Philip Barantini
ANNO: 2025
DURATA: 4 episodi da 50-60 min
GENERE: drammatico
PIATTAFORMA: Netflix
GIUDIZIO: ★★★★☆
🔔 SPOILER ALERT 🔔
«La verità è che ho perso un po’ di vista mio figlio.
Ma lui stava in camera sua, pensavo fosse al sicuro.
Che cosa poteva succedergli là dentro?»
Questa è solo una delle tante domande sollevate da Adolescence, la miniserie britannica di quattro episodi prodotta da Brad Pitt che narra la storia di come il mondo di una famiglia finisca sottosopra nel momento in cui il tredicenne Jamie Miller (Owen Cooper) viene arrestato per l’omicidio di Katie, una ragazza che frequentava la sua scuola.
Ma a cosa è dovuto il successo che la nuova serie evento sta ottenendo in tutto il mondo? Il ritorno in termini di consensi riguarda in parte la storia che racconta e in parte il modo in cui è stata realizzata. Ogni episodio è infatti girato con un unico lungo piano sequenza, senza tagli e senza la reale esigenza di montaggio, scelta stilistica questa che rende il ritmo ancora più incessante e angosciante.
Prima di entrare nel vivo della questione, però, c’è da fare una precisazione: la miniserie viene spesso presentata come basata su una storia vera, quando in realtà Adolescence non si basa su un singolo caso reale. Stephan Graham, uno degli ideatori, ha rivelato che la serie è stata ispirata dai sempre più numerosi crimini commessi con armi bianche nel Regno Unito. Secondo l’Office for National Statistics (ONS), l’83% degli omicidi di adolescenti nel Regno Unito viene commesso con una lama. I minorenni di età compresa tra i 10 e i 17 anni sono i responsabili di circa il 17,3% di questi reati. La serie viene così ufficialmente ambientata a Wakefield, la stessa zona dell’Inghilterra che ha fatto da cornice alle riprese del primo film della saga di Harry Potter.
Il co-creatore Jack Thorne ha poi spiegato come nella serie ci sia anche la volontà di esplorare la rabbia maschile. Adolescence infatti parla anche di manosfera e di persone incel. La manosfera è una rete di comunità maschili online contro l’emancipazione delle donne che promuovono convinzioni antifemministe e sessiste. Incolpano le donne e le femministe per ogni tipo di problema nella società e molte di queste comunità incoraggiano il risentimento, o addirittura l’odio, nei confronti di donne e ragazze. Ci sono quattro gruppi principali: gli attivisti per i diritti degli uomini (MRA); gli uomini vanno per la loro strada (MGTOW); gli artisti pick-up (PUA) e i celibi involontari (incel). Ed è proprio su quest’ultima categoria che la serie si sofferma. Ma chi sono gli incel? Persone di sesso maschile che, pur desiderandolo, non riescono ad instaurare relazioni affettive e sessuali e covano sentimenti di frustrazione e di rivalsa. Gli involuntary celibate – da qui il termine incel – attribuiscono questa mancanza di successo proprio alle donne o alla società in generale. Incel è anche il modo in cui Katie definisce Jamie: glielo ricorda sia a scuola che nei commenti alle foto che il ragazzo condivide sui suoi profili social. Ed è così che manosfera, bullismo e cyberbullismo si intrecciano per tutta la durata della serie.
Personalmente, ho apprezzato in particolar modo l’interpretazione di Stephen Graham, che oltre ad essere uno degli ideatori della serie, ha anche un ruolo al suo interno: si tratta di Eddie Miller, il padre del giovane protagonista. Ovviamente l’interpretazione che Owen Cooper dà di Jamie Miller non è da meno!
Non è stato però il cast a spingermi a guardare la serie, perché (ahimè) devo ammettere che non conoscevo nemmeno un attore – non ricordavo che Stephen Graham avesse prestato il volto anche a Scrum in Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare! Il motivo per cui ho approcciato Adolescence sono i temi che tratta: oltre alla rabbia maschile e al cyberbullismo che abbiamo già menzionato, si parla anche del ruolo di genitore. L’ultimo episodio in particolare si focalizza sui “limiti” di quest’ultimo: Eddie e Manda si domandano se avessero potuto accorgersi prima del disagio che stava vivendo loro figlio, se avessero potuto evitare la tragedia di cui Jamie è protagonista e se l’intera vicenda li renda dei cattivi genitori. Domande a cui diventa ancora più difficile rispondere quando Eddie sottolinea come con Lisa, la sorella maggiore di Jamie, sembra abbiano fatto un ottimo lavoro.
Devo dire che i punti che mi hanno maggiormente toccata sono stati principalmente due. Il primo è stato sicuramente il momento in cui Jamie viene fatto accomodare sul furgoncino che lo condurrà alla centrale di polizia più vicina ed è proprio durante questo tragitto che si rivela per quello che è – o che dovrebbe essere -: un ragazzino di tredici anni spaventato che ha bisogno di suo padre per essere rassicurato. Il dialogo finale tra i suoi genitori non è da meno: cosa fa di due genitori dei buoni genitori? Per il resto, ho trovato alcune scene interessanti ma un po’ noiose. In fondo, il colpevole dell’omicidio viene rivelato fin dall’inizio e lo spettatore sa già dove porteranno le indagini.Insomma, Adolescence tocca diversi tasti dolenti e allo stesso tempo semina il terreno di riflessioni e considerazioni di cui spero venga fatto buon uso!

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