Chi siamo? Cinque allegri ragazzi morti, per citare il noto gruppo indie, che stanno provando ad attraversare l’oceano della vita adulta senza una zattera, senza saper nuotare e senza costellazioni da sfruttare, ma con una connessione internet.
Per sfuggire all’oblomovismo che regna nelle nostre esistenze, ci immergiamo nelle storie che leggiamo, che guardiamo, che ascoltiamo, che giochiamo. E per sfuggire al senso di solitudine, da sempre queste storie ce le raccontiamo, uscendone arricchiti, e allora perché non aprire la porta del nostro salotto?
Chi varca l’ingresso troverà noi, ovvero:

Sara – Sovrana del regno dei morti
Nella vita reale faccio la tour leader e sono un’aspirante traduttrice con la passione per la letteratura russa. Ascolto più podcast di quanti potrei e sono pronta a spendere tutti i miei tre euro in concerti. Mi piace perdermi in posti nuovi e nei meandri delle menti altrui. Sono qui perché… boh, stavo esplorando e mi sono persa.
Leonardo – Poetesso
Sono il classico sognatore ad occhi aperti, infatti se non mi scrolli a volte c’è il pericolo che vada a sbattere da qualche parte, per esempio sulla porta del salotto dei morti.
Mi piace vivere di storie, quelle che mi racconto, ma soprattutto quelle raccontate da altri, respirare l’aria che tira in altre vite che non siano sempre la mia. Per il resto aspetto ancora la mia lettera per Hogwarts.


Greta – Procrastinatrice
Procrastinatrice seriale di impegni e grande appassionata della letteratura. Trovo che, per citare Umberto Eco, chi legge avrà vissuto 5000 anni e fuggirà dalla fugacità del tempo. Questo è ciò che vorrei fare nel salotto dei Morti: accogliere un’infinità di personaggi con storie diverse e dialogare con loro. Ma, come al solito, inizio domani.
Serena – Cacciatrice di fiere
Salto da un genere letterario all’altro con un’agilità che non mi appartiene. Quando non leggo, infatti, sono sul divano a guardare serie TV. Se avete bisogno di me, non cercatemi: sto sicuramente preparando il mio prossimo cosplay per Lucca.


Andrea – Pessimista cosmicomico
“È funesto a chi nasce il dì natale” potrebbe essere il mio motto e troverei non poco ironico e divertente se fosse anche l’epitaffio sulla mia lapide. Affascinato dal pensiero leopardiano, da una parte sospiro al pensiero di cosa darei per un decimo del suo genio, dall’altra mi piace pensare di condividere con lui un po’ del suo carattere cinico e sarcastico. Scrivo perché non voglio accontentarmi di subire le storie in cui, pure, adoro immergermi; parlarne mi consente di spezzare le catene dell’insicurezza. Più percorro questo sentiero più mi convinco di non sbagliarmi, e se anche avessi torto potrei contare sul fatto di aver “assistito” ad una vasta mole di storie. In fondo leggere le storie è anche viverle, e non conta molto l’essere morti se hai vissuto migliaia di vite.