
TITOLO: Diamanti
REGISTA: Ferzan Özpetek
GENERE: drammatic
DATA DI USCITA: 19 dicembre 2024
DURATA: 2h15
VOTO: ★★★☆☆
Un ritorno alle atmosfere corali tipiche del regista italo-turco, che in Diamanti raduna attorno ad un tavolo le donne con cui ha lavorato e con cui mantiene rapporti di affetto e stima professionale per poter raccontare un mondo in cui il gentil sesso è protagonista, sottolineandone la forza e la tenacia. Özpetek le catapulta allora nella sartoria teatrale e cinematografica Canova nella Roma degli anni Settanta. Qui le protagoniste intrecciano le loro storie personali e professionali durante la realizzazione dei costumi per un film ambientato nel Settecento.
Il cast è di prim’ordine: Luisa Ranieri si cala nei panni di un capo apparentemente granitico; Geppi Cucciari si trasforma in una sarta diligente che sa come divertirsi e Mara Venier si diletta in cucina per quelle che più che colleghe sono oramai una famiglia. Improvvisamente lo spettatore si ritrova in questo vaginodromo che si rivela essere una vera e propria famiglia in cui si intrecciano legami di sangue, come per Alberta e Gabriella, e di amicizia, come per Fausta e Nicoletta. È proprio vero che la magia non sta in quello che si vede, ma in quello che si sente.
Diamanti – che inizialmente si sarebbe dovuto chiamare Mezze verità – dunque si apre e si chiude con una di quelle tavolate che sono diventate un simbolo del cinema e del modo di intendere la vita di Özpetek. Ma perché tra Diamanti e Mezze verità è stato il primo titolo ad uscirne vincitore? Sicuramente perché mezza verità è in primis un genere e non un titolo. E poi è proprio il colore diamante rosa che le sarte scelgono per rappresentare l’atelier all’annuale cena aziendale. La decisione finale a questo punto non lascia spazio a dubbi: i diamanti sono le donne, non solo nel film ma anche nella vita, entrambi resistenti, indistruttibili.
Ho apprezzato la capacità della pellicola di mescolare elementi di commedia e melodramma, a cui contribuisce sicuramente l’enfasi sui primi piani. Il regista dà così vita ad un film emotivo e coinvolgente, ad una messa in scena elegante e curata nei dettagli che riflette la maturità artistica di Özpetek.
Altro dettaglio che ho particolarmente gradito è l’aspetto della convivialità e il modo in cui i personaggi condividono momenti autentici e profondi. Molti dei film del regista si concentrano su nuclei familiari non tradizionali, che spesso si formano attraverso amicizie e scelte condivise. Questa dimensione comunitaria è un marchio distintivo della narrazione di Özpetek ed è un particolare che mi colpisce ogni volta in quanto rispecchia un valore che considero importante anche nella mia quotidianità: il piacere della condivisione. Per me la convivialità non è solo un’occasione di socializzazione, ma un’opportunità. In questi momenti si creano infatti legami più forti, profondi e significativi così da sentirci meno soli nel caos non necessariamente negativo che è la vita. Credo che Diamanti sia riuscito a catturare perfettamente questa atmosfera, facendomene sentire parte, quasi come se fossi lì con le protagoniste.
Mi è piaciuto poi vedere Mara Venier in panni diversi rispetto a quelli che è solita indossare: abituata a vederla come conduttrice, è stata una piacevole sorpresa trovarla sul grande schermo nel ruolo di attrice. Un personaggio semplice il suo, a tratti misterioso, che sa come coccolare le persone che la circondano.
Da sempre affascinata dalle opere di Özpetek e del suo modo di coniugare realismo e lirismo, trovo Diamanti un film piacevole di cui consiglio la visione!

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