L’età fragile – Donatella Di Pietrantonio

28 Dic , 2023 - Libri

TITOLO: L’età fragile

AUTRICE: Donatella di Pietrantonio

ILLUSTRAZIONI: Diana Lyovkina 

GENERE: Narrativa contemporanea

EDITORE: Einaudi

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2023

PAGINE: 176

CODICE ISBN: 9 78806 255787

GIUDIZIO: ★★★★☆ 

L’età fragile è l’ultimo libro pubblicato dalla nota scrittrice Donatella di Pietrantonio, precisamente il 28 novembre 2023. Dopo aver accumulato un grande successo con le precedenti opere, come L’Arminuta (2017) e Borgo Sud (finalista Premio Strega 2021), possiamo finalmente tornare nelle librerie per immergerci  nella lettura di un suo nuovo romanzo. 

La recente fatica letteraria dell’autrice narra le vicende di una famiglia abruzzese, regione in cui sono ambientate anche le altre due storie sopracitate (ma questo non deve stupirci: la regione natia della scrittrice ha sempre svolto un ruolo di primaria importanza nelle sue opere). Stando alle prime pagine, sembrerebbe di trovarsi di fronte a delle situazioni comuni: una ragazza intraprendente, Amanda, che decide di fare l’università a Milano; una madre apprensiva, Lucia, divisa tra le preoccupazioni per la partenza di sua figlia e quelle per il lavoro; un padre poco presente, Dario, che si distacca emotivamente e fisicamente dalla sua consorte andandosene a Torino.

Eppure, dietro questo nucleo familiare, si svela a poco a poco un fatto di cronaca nera avvenuto negli anni Novanta che fa da sfondo a tutta la narrazione. Lucia riesuma i ricordi legati ai due omicidi con dei lunghi flashback descrittivi, perché questi sono avvenuti in un terreno di proprietà familiare, sotto l’imponente Dente del Lupo. Così, la storia procede attraverso un’alternanza continua tra passato e presente, dove tutti gli scenari sono accomunati dal continuo senso di inadeguatezza e dal desiderio di fuga dal dolore.

Amanda, che in un primo momento appare felice di approdare in una grande città per intraprendere un nuovo percorso di studi, viene travolta da un fiume di delusione e torna a casa sua, in Abruzzo. Ma la ragazza sembra non essere più quella di sempre: i suoi occhi sono spenti, il sorriso è assente e il corpo appare così stanco da sembrare inanimato.

Lucia osserva sua figlia rompersi in mille pezzi, vorrebbe intervenire per ricomporne i frammenti, ma una forza cupa e interiore la immobilizza. Non può far altro che specchiarsi nella tristezza di Amanda e riconoscere se stessa da giovane, quando il sangue di vittime innocenti macchiò quel terreno che sapeva di casa. Nonostante gli anni trascorsi, certe ferite invece che rimarginarsi fanno più male e diventano una voragine interiore: «Non è facile raccontare ciò che è successo dopo. Abbiamo perso il posto delle nostre estati senza nemmeno saperlo. […] il nostro luogo di nascita ci aveva protetti a lungo, o forse era stata una falsa impressione. Siamo cresciuti insieme in una sola notte».

Giungendo al termine della lettura, è evidente che non esiste una sola “età fragile” perché ogni fase della vita nasconde delle insidie che spesso ci colgono impreparati. Così, come Amanda, che è tornata nel suo piccolo paese con il cuore in frantumi, allo stesso modo i suoi familiari celano dietro un volto più maturo le stesse debolezze.

Ho apprezzato molto la struttura del libro, in cui le storie narrate partono da due epoche distinte ma sembrano ricongiungersi sul finale, e il tipo di linguaggio impiegato: diretto, profondo e assolutamente d’impatto. Anche in quest’opera emerge l’inconfondibile cifra stilistica di Donatella di Pietrantonio, a partire dalla caratterizzazione dei personaggi fino al dialetto abruzzese che colora i loro dialoghi. Non nascondo che ho aspettato con molta enfasi l’uscita di questo romanzo perché conosco già i precedenti lavori dell’autrice, tanto che L’Arminuta è diventato senza dubbio il mio libro preferito. Primato che L’età fragile non ha conquistato ma, ciononostante, è una lettura che consiglierei a tutti di fare una volta nella vita. In fondo, come afferma la scrittrice stessa,«siamo fragili sempre, da genitori e da figli, quando bisogna ricostruire e quando non si sa nemmeno dove gettare le fondamenta».

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