
TITOLO: E alla fine muoiono – La sporca verità sulle fiabe
AUTRICE: Lou Lubie
TRADUTTORE: Francesco Savino
CASA EDITRICE: Bao Publishing
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2023
GENERE: narrativa a fumetti, saggio
PAGINE: 248
RECENSIONE: ★★★★☆
“Se puoi sognarlo, puoi farlo” sosteneva Walt Disney. L’imprenditore statunitense con le sue storie ha incantato bambini e bambine di tutto il mondo e di tutte le età, ma – ahimè – non è sempre stata farina del suo sacco: in molti casi il fabbricante di sogni si è ispirato ad autori del calibro dei fratelli Grimm e di Hans Christian Andersen, ha creato un vero e proprio impero edulcorando le loro macabre storie. Questo però non vuol dire che Walt Disney fosse l’ultimo della sua classe, privo di idee originali. O comunque non è stato il primo a sbirciare dai suoi predecessori: anche gli autori di fiabe citati poco fa hanno a loro volta attinto dal folklore dei loro paesi per dar vita a delle storie immortali! E alla fine muoiono parla proprio di questo: ci racconta con umorismo e leggerezza la storia delle fiabe che fanno ormai parte dell’immaginario comune. Ed è proprio questo che ha attirato la mia attenzione e mi ha convinta a comprare il libro: avendo letto alcuni dei racconti che hanno ispirato le storie della Disney, volevo saperne di più perché ero certa che ci fosse un intero mondo da esplorare dietro alla realtà – o ai sogni – che quelle storie ci hanno sempre proposto.
Il fil rouge di questo saggio a fumetti è chiaro fin da subito: la morte non è solo una minaccia lontana, ma un personaggio attivo che aleggia sui protagonisti. D’altronde, il titolo lascia decisamente poco spazio all’immaginazione: alla fine tutti i personaggi muoiono. Ma la magia del libro non sta tanto in questo finale inevitabile, quanto in tutto ciò che accade prima. La narrazione si concentra su un gruppo di eroi archetipici — il cavaliere, la principessa, lo stregone, il drago — tutti impegnati in un’avventura che sembra presa dal tipico racconto fantasy. Ma il vero punto di forza del libro è come riesca a destrutturare questi cliché, mescolandoli con dialoghi ironici e situazioni surreali che rovesciano le aspettative. Il cavaliere coraggioso è più stressato che eroico, la principessa decisamente meno “principesca” del previsto, e lo stregone? Probabilmente è più ossessionato dai problemi di vita quotidiana che dalla magia oscura.
Lou Lubie riesce così a trasformare la consapevolezza della fine in uno spettacolo di riflessione e leggerezza. La morte, che dovrebbe essere il punto focale del dramma, diventa invece quasi un personaggio comico: appare nei momenti meno opportuni, si prende gioco dei protagonisti e ci ricorda che la vita in fondo è un gioco. La fumettista francese affronta temi esistenziali con una tale destrezza che è impossibile non sorridere. C’è qualcosa di profondamente umano nella dissonanza tra il modo in cui i protagonisti cercano di vivere e il loro inevitabile destino. E mentre noi lettori siamo lì che aspettiamo il fatidico momento, ci troviamo a ridere delle piccole assurdità della vita, delle preoccupazioni dei personaggi e dei loro dilemmi quotidiani.
Non posso poi non spendere due parole sullo stile grafico: i disegni dal tratto pulito sono il tocco in più che accompagna benissimo il tono ironico della storia. Le espressioni dei personaggi, le vignette ben calibrate e i dettagli visivi contribuiscono a rendere le situazioni ancora più spassose. La morte stessa, raffigurata in una maniera quasi buffa, è difficile da prendere sul serio. Il messaggio è chiaro: l’ineluttabile (no, non Thanos) ci attende, ma possiamo riderci su.
La parte di E alla fine muoiono che ho preferito è che, anche sapendo già come finirà, ci si lascia trasportare dalla storia, dalle gag e dai dialoghi. Non si legge per sapere cosa succederà, ma per vedere come ogni personaggio affronterà la propria fine — o cercherà di evitarla, con conseguenze spesso esilaranti. Se siete amanti del fantasy classico, potreste apprezzare il modo in cui l’autrice sovverte i cliché del genere; se invece preferite storie che riflettono sul significato della vita, troverete piacevole il lato filosofico del racconto, anche se filtrato attraverso l’ironia. In conclusione, E alla fine muoiono è un’interessante riflessione comica sulla mortalità, che ci ricorda di vivere e ridere, anche quando l’inevitabile incombe.
Nonostante il libro faccia dell’ironia il suo punto di forza rendendo quasi piacevole un tema come la morte, personalmente avrei preferito un tono più serio con qualche battuta sì, ma piazzata solamente nei punti giusti. Avrei snellito anche il repertorio dei disegni, privilegiando invece una serie più ampia di colori: la vedrei come un’alternativa valida – anche se probabilmente più costosa – alla sdrammatizzazione di argomento che di colorato non ha nulla. In ogni caso, reputo il libro un ottimo compromesso tra approfondimento e leggerezza, un mix che rende la lettura tutto sommato piacevole.

Il salotto dei morti
Chiacchiere dall'altro mondo