Genitori cercasi – Andrea Vitali

28 Mar , 2024 - Libri

TITOLO: Genitori cercasi

AUTORE: Andrea Vitali

COPERTINA: Galya Ivanova

GENERE: narrativa

SOTTOGENERE: romanzo umoristico

EDITORE: Einaudi

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2023

PAGINE: 145

CODICE ISBN: 978-88-06-25629-6

GIUDIZIO: ★★☆☆☆

Avete presente quando vi recate alle Poste per una semplice commissione e dietro al bancone Mara Venier sta offrendo salsicce e friarielli a Gengis Khan? O quando, alla guida del vostro sarchiapone turbodiesel sulle fredde lande di Saturno, la strada è bloccata da una processione di istruttori di zumba zombie e, per esprimere il proprio disappunto, dal lato passeggero Giulio Cesare esclama “Oibò!”?

Davvero a nessuno è mai capitata una cosa del genere? Va bene, lo ammetto: nemmeno a me. Ma l’assurdità che si è mossa in voi nel leggere quanto scritto sopra era necessaria a trasmettere la sensazione che questo racconto mi ha lasciato.

Parto dal presupposto di aver deciso di acquistare Genitori cercasi accattivato dalla presentazione del libro come di una storia di vendetta da parte di un bambino bisognoso di affetto nei confronti dei suoi genitori assenti e «disgraziati».

Mi aspettavo dunque una storia “nera” o dal tono grave, e il linguaggio ricco di risentimento del protagonista che permea le prime pagine trasmetteva l’impressione che stesse prendendo avvio una storia dai risvolti tragici. Eppure questa sensazione viene troncata non appena Velarus -questo il nome della voce narrante- si appresta a raccontarci la sua particolare esperienza di vita a partire dall’incontro dei suoi genitori, una storia tutto men che romantica. Infatti, non appena si entra nel vivo della vicenda, ci si rende subito conto dell’assurdità che la caratterizza.

Tra tassisti mangiapane a tradimento, preti superveloci, medici ipocondriaci e genitori emotivamente mentecatti e dissennati, la vita di Velarus è contraddistinta da situazioni e personaggi che sembrano essere nati da un pindarico delirio febbrile. E questo non è che un piccolo assaggio, credetemi.

A onor del vero, però, va detto che, in tutto questo, va effettuata una diversa considerazione in merito al sottotesto, che descrive una situazione realmente tragica: cioè quella di un bambino che null’altro pretendeva dai genitori che lo hanno messo al mondo se non un po’ di amore e che invece viene trattato alla stregua di un soprammobile. Lasciato crescere in uno stato di completo disinteresse e abbandono, Velarus conclude che, se esiste, è solo perché, in fondo, a tutte le coppie spetta fare figli.

Ma il libro in sé è un altro paio di maniche. Non c’è una pagina in cui assurdo e bizzarro la facciano da padrone e, se da un lato le iperboliche esagerazioni nella narrazione di singoli fatti riescano a strappare una risata nel lettore, dall’altro la mole di stramberie in rapidissima successione è quasi faticosa da reggere se si considera che domina fino alla fine del libro. Riporto un estratto a titolo esemplificativo: «Il Professorone non sbagliava mai, era infallibile, era pure in odore di santità, naturalmente dopo che fosse morto! […] Anche quando sbagliava aveva ragione. Per esempio, disse, una volta era successo che una persona che si era rivolta a lui per guarire si era ammalata ancora di più in seguito alla sua cura. Il Professorone aveva spiegato che l’errore era stato del paziente, perché aveva acquistato le medicine presso una farmacia che non era quella da lui indicata, gestita da suo fratello e raggiungibile grazie a un determinato numero di passi e in un arco temporale ben preciso. Avendo scelto un’altra farmacia, per raggiungere la quale servivano ben più passi essendo lontanissima, era stato perso tempo essenziale per l’inizio della cura, e il povero ammalato era morto».

Personalmente sono propenso ad apprezzare maggiormente le storie con un grado di assurdità meno accentuato di quello presente in Genitori cercasi, quindi credo di essere incappato in un libro che non rispecchia i miei gusti. Non che si tratti di qualcosa di sbagliato in sé, tuttavia, confrontando come il libro viene presentato e come effettivamente è, l’impressione è quella di essere stati vittima di clickbait.

Ciononostante cercherò di dare un parere oggettivo nei limiti delle mie capacità. Genitori cercasi è un romanzo in cui una realtà esistente decisamente triste viene narrata avvalendosi di un filtro deformante che crea un effetto grottesco. L’ambivalenza di questo termine viene però messa in crisi dai toni esagerati del linguaggio e dal taglio assurdo che si imprime alle vicende. Messo così tante volte di fronte a situazioni talmente bizzarre anche per un racconto di fantasia, il lettore viene costantemente colto impreparato e non sa né come reagire, né cos’altro aspettarsi dal resto della storia.

Anche se non sono stato catturato da questo romanzo, per scarsa affinità dettata dai gusti personali, quanto meno Genitori cercasi mi ha lasciato qualcosa: un senso di smarrimento onirico difficile da tradurre in parole.

“Grottesco”, “assurdo” e “imprevedibile” sono le parole chiave che -a mio parere- descrivono meglio l’essenza del libro in questione, o, per usare un’immagine pressappoco equivalente, quella barzelletta in cui Newton, seduto sotto l’albero, non appena venne colpito in testa dalla celebre mela esclamò -non si sa se per meraviglia o per sconcerto-: “Strano! Io sto sotto a un pero!”.

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