L’orchestra rubata di Hitler – Silvia Montemurro

18 Apr , 2024 - Libri

AUTRICE: Silvia Montemurro

TITOLO: L’orchestra rubata di Hitler

GENERE: Romanzo storico

CASA EDITRICE: Salani

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2021

PAGINE: 352

CODICE ISBN: 9788831007474

GIUDIZIO: ★★★★☆ 

Torno ad attirare la vostra attenzione parlandovi di un altro libro dell’autrice Silvia Montemurro, che vi ho già presentato nell’articolo precedente dedicato a La Piccinina (sì, è un velato invito a recuperarlo, qualora ve lo foste perso). Ho deciso di fare un bis dei suoi lavori perché apprezzo tantissimo il suo stile e la sua capacità comunicativa. Vi anticipo già che anche questa volta sono rimasta particolarmente soddisfatta!

L’Orchestra rubata di Hitler è un romanzo pubblicato nel 2021, quindi non proprio fresco di stampa, ma vi assicuro che merita di essere letto. Dai, ormai penso abbiate capito che potete fidarvi del Salotto dei Morti! La storia è ambientata negli anni ’30 del secolo scorso, in un contesto estremamente difficile perché lo scoppio della guerra è alle porte. Questo scenario è vissuto e raccontato da due donne, Adele ed Elsa, apparentemente diverse tra loro ma collegate in realtà da un filo invisibile. La prima è una ragazza italiana di origini ebree, che trascorre le sue giornate passeggiando tra le colline marchigiane e suonando il suo amato Guarnieri del Gesù, un violino molto pregiato. O almeno, fin quando non arriva il momento per lei di fare le valigie e lasciare la sua amata terra per raggiungere con suo zio la Germania. La seconda è una violinista berlinese che diventa la moglie di un importante generale nazista.

Ora, so cosa starete pensando: in che modo questi personaggi riescono a trovare un punto d’incontro? Ebbene, la passione per la musica è il fil rouge che li tiene uniti e indivisibili, nonostante la distanza fisica tra loro. Questo romanzo racconta uno dei crimini meno noti commessi durante il periodo del nazismo: l’intromissione delle SS nelle abitazioni degli ebrei per rubare strumenti musicali di valore. Elsa non riesce a rimanere impassibile davanti a queste ingiustizie e mette così in atto un pericoloso quanto necessario piano contro le idee di suo marito. Le due protagoniste non si conoscono, eppure è come se fossero l’una lo specchio dell’altra, soltanto dopo infinite peripezie i loro destini si uniscono in un modo davvero toccante.

«Quando suono esisto» scrive Adele nel suo diario. Un mantra scolpito inconsapevolmente anche nel cuore della violinista tedesca, che cerca di nascondere i rumori dei bombardamenti con le delicate note del suo strumento. Pagina dopo pagina, è evidente come il linguaggio prediletto per comunicare non siano le parole, ma le note di uno spartito. 

«Ogni violino ha la propria voce. Dicono sia per merito dell’anima […] e il Guarnieri del Gesù non produceva un suono normale. Piangeva. Raccontava. Strideva di dolore»

Adele ed Elsa sono separate dai duri eventi della storia, ma si ricongiungeranno grazie al potere della musica, senza il quale non esisterebbe nemmeno la speranza di un domani migliore. 

Questo romanzo è una lente di ingrandimento che si focalizza su chi è stato oppresso dagli orrori della guerra e su tutti coloro che non hanno potuto far sentire la propria voce. La storia non si può cambiare, è vero, ma i libri hanno la meravigliosa capacità di scavare nell’oblio e portare alla luce degli episodi che meritano di essere raccontati.

L’orchestra rubata di Hitler è un’opera forte, diretta e senza scrupoli, seppur realizzata con un linguaggio delicato e mai inopportuno. A mio avviso, l’aspetto più bello è dato dall’alternanza dei due filoni narrativi, di Adele e di Elsa, portati avanti parallelamente in modo assolutamente convincente. La difficoltà di questo tipo di narrazione non è scontata e, se cattura l’attenzione del lettore fino alla fine, significa che il lavoro è stato svolto bene. Altra nota positiva è la cifra stilistica dell’autrice che rimane invariata nelle sue opere: la combinazione tra il realismo dato dai fatti storici e la fantasia impiegata per dare vita ai personaggi.

L’unica parte del romanzo per cui non ho provato un grande trasporto è stata la nascente storia d’amore tra Adele e Felix. Senza svelare troppi aspetti della trama, ho apprezzato il tentativo di regalare un momento di serenità alla giovane donna, ma al tempo stesso il mio lato pessimista e fin troppo realistico non mi ha permesso di gradirlo a pieno.

In conclusione… consiglierei questo libro ad un pubblico di lettori e lettrici? La mia risposta è assolutamente sì, perché una volta che lo avrete tra le mani sarete inevitabilmente travolti dalla struggente melodia dei violini di Elsa e Adele.

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