L’ultimo libro di Emma Olsen – Berta Dávila

23 Mag , 2024 - Libri

TITOLO: L’ultimo libro di Emma Olsen

AUTORE: Berta Dávila

TRADUTTORE: Marco Paone

GENERE: Narrativa

EDITORE: Agua Plano

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2022

PAGINE: 250

CODICE ISBN:
9791280662088

GIUDIZIO: ★★★★☆

Ultimo giorno di Salone del Libro, ore 18.30 circa. Faccio un ultimo giro prima di tornare a casa, e da uno stand mi allungano una cartolina con un’illustrazione che mi colpisce. È un’immagine azzurrina, con due casette e una nuvoletta rosa. 

Mi spiegano che è la copertina di un loro libro e io inizio già a sentire un dolore al portafoglio. “Conosci Emma Olsen, la famosissima scrittrice? Questo è il suo ultimo libro!” 

Trattengo l’“e chi enne? mai sentita!” e annuisco, la famosissima Emma Olsen! Certo! Mai letto nulla ma hai voglia se l’ho sentita!

Bene, Emma Olsen non esiste. 

Il libro è un’autobiografia fittizia di Emma Olsen, scrittrice sì, ma solo nella storia, mentre in realtà l’autrice è Berta Dávila.

Il libro narra, appunto, di Emma Olsen che, scoperto di esser malata terminale, decide di tornare nel paese natio, Faith, assieme alla figlia. Parliamo di un paesino della provincia americana, dove l’ipocrisia e la noia regnano sovrane.

«E anche se da giovani tutti volevamo vivere a New York, o in qualsiasi altra città purché non fosse Faith, la verità è che quando ti trovi in un luogo è impossibile capire in che misura quello stesso luogo ti appartenga».

E quindi l’ultimo libro di Emma Olsen parla anche di una città e dei suoi abitanti. In particolar modo va a esaminare la profonda amicizia – e direi anche qualcosa di più – che Emma Olsen aveva intrecciato con la sua vicina di casa, Clarissa, che è forse il personaggio più interessante di tutto il libro. Impetuosa e dispotica, ma fedele e – spesso – amorevole con Emma; la protegge, ma al tempo stesso la manipola.

«E anche se spesso ero io il pezzo del meccanismo che utilizzava per ribellarsi davanti a tutti, non potevo fare a meno di ammirarla per questo. Avevo bisogno di lei per dare un senso a tutto ciò che facevamo, per sentirmi parte di qualcosa di speciale e di diverso da ciò che facevano gli altri. Il prezzo era la mia resa incondizionata, era accettare che io le appartenessi, che appartenessimo l’una all’altra e che tutto questo fosse necessario: come quando lanci una palla contro un muro con tutte le tue forze e rimani in attesa del colpo violento con cui tornerà indietro senza proteggerti il volto con le mani.»

Dopo un’infanzia e un principio di adolescenza trascorsi insieme, però, le due sembrano allontanarsi, e a un certo punto Emma scappa da Faith chiudendo i ponti con tutti i suoi abitanti.

Da quel momento sono ora trascorsi parecchi anni, e Emma, ormai adulta, è pronta ad affrontare il suo passato e, finalmente, a liberarsi di un segreto che l’ha accompagnata per gran parte della sua vita.

Per concludere, mi è piaciuto? Sì, abbastanza da leggerlo tutto d’un fiato. 

Berta Dávila ha una scrittura pulita, sincera, che non lascia trapelare la finzione letteraria; Emma Olsen è lei. Inoltre, ho apprezzato molto la linearità della storia: la scrittrice avrebbe potuto approfondire mille argomenti (il lavoro, l’omosessualità, il rapporto con la figlia, la malattia terminale) ma invece no, va dritta al punto. Lei è a Faith per un motivo, e lo sviscera con naturalezza, come chi aspetta quel momento da tutta la vita.

Mi sentirei di consigliarlo a chiunque voglia una storia in cui perdersi per un paio d’ore; in particolar modo a chi ama storie con atmosfere americane e amicizie disfunzionali.

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