Sanremo 2025 – i testi

11 Feb , 2025 - Varie ed eventuali

Eccoci anche quest’anno a commentare i testi del Festivàl nell’unico modo in cui è possibile farlo: male.

Ci siamo tolti la maschera da bravi ragazzi amanti della lettura e ci riveliamo per quelli che davvero siamo: dei comunissimi italiani, che quando scatta la Settimana Santa non riescono più a contenersi e devono esprimere i loro giudizi a tutto il mondo con un’arroganza che manco un critico musicale a fine carriera.

E quindi, si alzi il sipario!

Achille Lauro – Incoscienti giovani

Amore mio veramente
Se non mi ami muoio giovane
Ti chiamerò da un autogrill
Tra cento vite o giù di lì
Di amore muori veramente
Se non ti amo fallo tu per me
Ti cercherò in un vecchio film
Per sempre noi incoscienti giovani
Incoscienti giovani

Achille Lauro torna a Sanremo con una canzone che ha le stesse vibes di Baby Reindeer. Mi domando soltanto se lo ritroveremo scapezzolante e pieno di lustrini come al solito, o se si presenterà un po’ sovrappeso e pronto a interrompere uno spettacolo di stand up comedy. Chi vivrà vedrà.

Bresh – La tana del granchio

Sono una madre che si sgola
Una testa che gira ancora
Una chitarra che non suona
Una borsa piena di buchi
Se capisci che non ti amo
Sei una sirena che non nuota

Se provo una naturale avversione verso quei testi e quegli artisti che vogliono fare i filosofi ma non ce la fanno, l’avversione si trasforma in odio quando è di Bresh che si parla.

Sono certa che diventerà un tormentone e che si piazzerà bene, ma sono altrettanto certa che urlerò “CAMBIAAAAH!” ogni volta che la sentirò in radio. Che vi devo dire, sono soltanto un’umile sirena che non nuota.

Brunori Sas – L’albero delle noci

Sono cresciuti troppo veloci questi riccioli meravigliosi
E ora ti vedo camminare con la manina in quella di tua madre
E tutta questa felicità forse la posso sostenere
Perché hai cambiato l’architettura e le proporzioni del mio cuore
E posso navigare sotto una nuova stella polare

Brunori Sas è il mio padre spirituale, quindi ogni mia parola sarà permeata e viziata dalla venerazione che ho verso di lui, ma spero possiate capirmi.

Siamo davanti a un tipico testo di Brunori, esattamente a metà tra la disperazione e la commozione; tra la dolcezza e il dolore. È un abbraccio dopo una litigata, il sostegno di un amico, le braccia aperte di un genitore… Fermatemi.

E fermate anche il televoto, che qua abbiamo già un vincitore.

Clara – Febbre

Ti sei preso una parte di me
Quella ancora più in fondo dell’anima
Un sentimento
Che se si rompe taglia
Come il vetro
Corro corro come dentro un bosco
Dentro questo inferno è più difficile
Questo amore dimmi quanto costa
Ti senti un’ombra qua vicino a me
Non ascolti quando grido
E nemmeno se taccio

Gli uomini sono stronzi e non capiscono niente, e Clara ce lo ricorda. Un amore non corrisposto fa male, ma un amore corrisposto a metà è ancora peggio, e porta a dubitare di sé e delle proprie capacità, riapre un vaso di Pandora colmo di insicurezze.

Questo struggimento è tuttavia alternato a parole completamente a caso, che fanno presumere un testo ritmato e tutto da ballare.

Coma_Cose – Cuoricini

Se mi trascuri impazzisco
Come maionese
[…]
Che dovrei dire io che ti parlavo
E tu nemmeno ti mettevi ad ascoltare
Tu mettevi solo
Cuoricini, cuoricini
Pensavi solo ai cuoricini, cuoricini
Stramaledetti cuoricini, cuoricini
Che mi tolgono il gusto di sbagliare tutto
Poi mi uccidi, poi mi uccidi
Quegli occhi sono due fucili, due fucili
Che sparano sui cuoricini, cuoricini
Persino sotto alla notizia
Crolla il mondo

Questi stramaledetti cuoricini hanno distrutto le storie d’amore. Conoscevo una persona che non pensava ad altro: cuoricini e cuoricini sulle foto mezzo nudo nelle “storie verdi” di Instagram. Cosa non si fa per sentirsi amati e apprezzati…

Peccato che questa persona stesse con me e in quel caso la maionese che impazzisce perché trascurata ero…ah, non devo parlare delle mie storie passate, ma del testo? Scusate. 

Credo, a seconda dei casi, che potrebbe farmi piangere, oppure farmi ballare, o  magari tutte e due le cose insieme, non importa. Quello che conta è potermi immedesimare nella solita storia d’amore finita male, crogiolandomi nei miei fallimenti.

Ah, sto ancora parlando di me, vero?

Questi stramaledetti cuoricini…

Elodie – dimenticarsi alle 7

Dimenticarsi alle 7
Così di un giorno qualunque
Mentre si parla di niente
Lì seduti in un bar
Può capitare a chiunque
Mai a noi no
Ma che strano effetto che fa
Mandare giù
La verità

Se i tavolini dei bar potessero parlare, racconterebbero un’infinità di storie come questa, in cui due persone che hanno trascorso un pezzettino – anche minuscolo – di vita assieme finiscono per dirsi addio alle 7 di sera, sorseggiando un aperitivo.

Bene, questa era la mia interpretazione prima di leggere che la canzone parla in realtà del volersi scordare qualcuno dopo una nottata passata a ballare. Il fatto che non mi era manco lontanamente passato per la testa che si parlasse delle 7 di mattina la dice lunga sulla mia età percepita, ma sono sicura che qui sono in buona compagnia.

Fedez – Battito

Vedo il bicchiere
Mezzo pieno
Con due gocce di veleno
Tu mi fotti
Respiri corti
E aumenta pure il battito, battito
Battito, battito

Che cosa abbiamo in comune noi e Fedez? I soldi? il numero di followers? Ma no, parlo delle malattie mentali! Questa canzone è l’inno dei depressi e degli ipocondriaci che hanno il disperato bisogno di aggrapparsi a qualcuno o qualcosa, ma finiscono per contarsi i battiti, battiti, battiti chiedendosi se è la volta buona.

Francesca Michielin – Fango in paradiso

Programmare un addio chiusi in macchina
Era tutta teoria ma non pratica
Mi dispiace però
A volte capita
Di volersi sempre
O mai più
Non c’è più il soffitto
Chissà con chi farai un figlio
Se poi cambierai indirizzo
Se c’è fango in paradiso

Posso dire? Non la solita canzone per un amore perduto. Qui dentro c’è un cuore spezzato, ma anche e soprattutto una persona ferita e pronta a mordere, nonostante l’amarezza prenda spesso il sopravvento.

Per me siamo di fronte a una canzone potenzialmente vincitrice del Festival (a parlare è Sara, sia messo agli atti).

Francesco Gabbani – Viva la vita

Viva la vita così com’è
Viva la vita questa vita che
È solo un attimo
Un lungo attimo
Viva la vita finché ce n’è
Viva la vita questa vita che
È solo un battito
Un lungo battito
A darsi il cambio
Ad aiutarsi
A consumarsi al vento
Assomigliarsi
Pelle e ossa
Stesso fuoco dentro
Insieme due paralisi faranno movimento
Insieme due romantici alle porte dell’inferno

“Che sia benedetta, per quanto assurda e complessa ci sembri, la vita è perfetta” cantava Fiorella Mannoia a Sanremo 2017, prima di arrivare seconda dopo Francesco Gabbani. Non so quanto sia stata benedetta la vita dopo la sconfitta, ma Francesco…devi dirci qualcosa? È un senso di colpa quello che provi, o volevi solamente omaggiare Fiorellona nazionale con un testo che ricorda un po’ il suo? Comunque vada panta rei and singing in the rain.

Gaia – Chiamo io chiami tu

Per esempio a me piace la musica
Stare nuda e nessuno che giudica
Amo il cibo di strada
I capelli del mare
Anche farmi del male

[…]

Chiamo io chiami tu
Chi è il primo che cede stasera
Dimmi dove sei

Nostra sorella Gaia ci parla di quella piaga moderna che è la situationship, ovvero la terribile via di mezzo tra conoscenza e relazione in cui non si capisce mai che diamine si debba fare. Chiamare col rischio di disturbare? Non chiamare e passare la serata a rodersi il fegato? E se…? Tutte quelle domande che mi fanno ringraziare il signore Gesù Cristo per avermi inviato un fidanzato.

Giorgia – La cura per me

Spengo la paura
Di rimanere sola
Per quegli occhi
Per quegli occhi che fanno da luna
Non so più quante notti ho aspettato
Per finire a ingoiare tutta la paura
Di rimanere sola
In questa stanza buia
Non sarò mai più sola
Per me

Le canzoni sugli amori finiti mi lasciano indifferente in maniera proporzionale a quanto mi fanno piangere quelle che parlano di amore.

A scrivere il testo è Blanco, e ci fa pensare a quanto occorra denudarsi e lasciar andare le proprie paure per concedere a qualcuno la possibilità di amarci. E se a cantare questi concetti è nientepopodimeno che Giorgia, sinceramente prendo già i fazzoletti.

Irama – Lentamente

E te lo si legge dagli occhi che mi odi
E se in amore non soffri, non sogni, non corri, non so innamorarmi di te
Lentamente
Si sta spegnendo
Ogni fottuto sentimento

Allora Irama, innanzitutto come ti permetti di intitolare la canzone come quella degli Studio 3 che continua inesorabilmente leeeentaaameeente segreeeetaaaameeeente a vivere in una parte piena di lacrime e di acne del mio cuore.

Tornando al presente, Irama ci porta un testo che parla di un amore che sta finendo. Di quei momenti in cui ogni piccolo gesto diventa motivo di litigio, di quando si legge negli occhi dell’altro che ormai non c’è più nulla. Tuttavia, sembra una canzone piuttosto ritmata, ma Irama mi appalla quindi rimetto gli Studio 3 (che riascoltati oggi – forse – sono ancora peggio).

Joan Thiele – Eco

E ti giuro non ho più bisogno di fingere
Questa mia vita è il mio viaggio ed io
Traccio da sola le scelte che faccio
Ma se ci sei tu
Ho più coraggio

Joan Thiele vince il premio per il primo “e chi è” del Festivàl, ma se mi scrive un testo intelligente, in cui l’amore (non per forza romantico) e la forza di combattere per le proprie idee vanno a braccetto, ha subito tutta la mia attenzione.

Faccio comunque notare che rispetto allo scorso anno le canzoni sono molto meno deprimenti. Sarà che è la settimana di San Valentino, ma viva l’amore, di qualsiasi genere e forma, e viva anche Joan Thiele anche se dalla faccia sembra voglia prendermi a ceffoni, e io me lo lascerei pure fare.

Lucio Corsi – Volevo essere un duro

Vivere la vita è un gioco da ragazzi
Io
Io volevo essere un duro
Però non sono nessuno
Non sono altro che Lucio

Pronta a scommettere che questa arriva ultima e poi scala le classifiche. Il testo sembra scritto dal ragazzino che veniva scelto per ultimo quando si facevano le squadre nell’ora di educazione fisica (e fin qui, Lucio sei tutti noi) solo che poi c’è una deriva che oserei definire gioevaniana, dove si mettono insieme parole completamente a caso perché suonano bene e danno quella vibe di poesia. Che dire? Il ritornello sembra martellante; sul resto ho già detto troppo.

Marcella Bella – Pelle diamante

Forte
Tosta
Indipendente
Pelle come diamante
Non mi fa male niente
Stronza, forse,
Ma sorprendente
Una mina vagante
Sono una combattente
Fammi mille complimenti e stop
Tanto i miei difetti già li so

Se fossi negli altri concorrenti cercherei di non provocare Marcella don’t fuck with Bella.

A quanto pare ha sviluppato anche dei superpoteri alla Wolverine…se Wolverine fosse consapevole dei suoi difetti. Rimane comunque il dubbio se Marcella sia da considerare una villain o un’eroina, anche se quel “mina vagante” mi fa propendere più per la prima. In ogni caso spero che Marcella ci abbia almeno risparmiato l’ennesimo monologo da “strong, indipendent woman” (Ogni riferimento al discorso di  Barbara Palombelli a Sanremo 2021 è puramente casuale).

Massimo Ranieri – Tra le mani un cuore

Se hai tra le mani un cuore
Tu tienilo in alto
E amalo in ginocchio su un altare
Che ogni tua ferita lo farà sanguinare

Anche quest’anno abbiamo fatto contenta a nonna, giustamente. Ed è sempre un piacere sentire qualcuno che sa cantare per davvero anche senza filtri. Il testo è un inno al prenderci cura di chi ci affida il suo cuore; ad essere comprensivi e amorevoli, e questo festivàl piano piano mi sta facendo sciogliere come un budino al sole. Voglio la cattiveria!

Modà – non ti dimentico

È l’ora del ritorno
È l’ora del coraggio
Forse è vero siamo fatti tutti e due per qualcun altro
Io no non ti dimentico

Rimaniamo nel reparto geriatria per i Modà, appositamente scongelati per Sanremo. Finalmente un amore perduto! La coppia si è appena lasciata, e il pensiero di quello che sarebbe potuto essere è una morsa che stringe il petto, un dolore costante che si acuisce con l’affiorare dei ricordi. Eppure, una consolazione: il ricordo.

Noemi – Se t’innamori muori

Scusa è tardi, se vuoi passo da te,
Siamo stanchi, di lasciare sempre perdere,
Non rispondi se ti chiedo d’accendere,
Avere figli non è, non è,
Un discorso facile da prendere.

Uno dei buoni propositi della cantante per questo 2025 sembra essere quello di superare la paura di amare senza freni, ma deve aver preso lezioni di cuore da Ted Mosby se pensa sia una buona idea accordarsi sulla prole già al primo appuntamento!

Olly – “Balorda nostalgia”

Me l’ha detto la signora, là affacciata al quarto piano
Con la sigaretta in bocca,
Mentre stendeva il suo bucato
Io le ho risposto che
Vorrei
Vorrei
Vorrei
Vorrei
Vorrei
Vorrei
Tornare a quando
Ci bastava
Ridere, piangere, fare l’amore

Di questo cantante non conoscevamo nemmeno il nome. Ora sappiamo che sa il condizionale. Visti i tempi, ci sembra un ottimo punto di partenza!

Rkomi – Il ritmo delle cose

Buttati nel mondo, siamo alla prova
Come si lancia per caso un bouquet da sposa
Esco da un’altra festa, esco dall’algoritmo
Ritrovo la bellezza solo dietro l’imprevisto

Di questo testo apprezziamo la voglia di vivere che sembra avere il cantante, il quale ha già raggiunto la soglia dei 30 anni: speriamo che tra un’esibizione e l’altra ci riveli anche che droghe usa per poter reggere più di una festa a sera, quando noi reggiamo a malapena fino alla fine di Sanremo.

Rocco Hunt – Mille volte ancora

Rimpiango anche le cose che odiavo
Le stesse che mi hanno fatto andare via
L’erba cresce in un campetto abbandonato
Colpa dei telefoni non ci hanno più giocato

Mentre c’è chi riesce a passare da una festa all’altra con nonchalance, c’è anche chi a trent’anni si è trasformato già in mia madre dando la colpa al cellulare. Posso utilizzare la stessa scusa per non andare a lavoro domani?

Rose Villain – Fuorilegge

Chissà se mi pensi o no
Mentre la luna cala su di noi
Splende in alto, guarda
Mai una volta giudica
Nostalgia puttana
Sono sola come lei
Che cosa fai
Mentre tutti sognano?
Ma forse ho oltrepassato il limite di ore senza te

Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai, silenziosa luna? Ah no. Chissà però se almeno con lei la luna è stata più clemente e alla fine le ha risposto, anche solo per avvisarla che l’uomo sulla Luna ci è arrivato per davvero!

Sarah Toscano – Amarcord

E mi faccio tenerezza
Un velo di tristezza è l’unico vestito che ho
C’è un vento che mi porterà
Mi scioglierà le trecce
Di una vie en rose come Édith Piaf

Solo un velo addosso, capelli sfatti e musica francese in sottofondo: più che una canzone concorrente al Festival di Sanremo, mi sembra il risveglio da una notte tutt’altro che triste! Le gioie sempre agli altri eh.

Serena Brancale – Anema e core

Che s’adda veré, s’adda da veré, s’adda da veré.
Baby I love u, Nenné ti amo,
Non lo so se ti suonerà neo-melodico,
Ma stanotte ti dedico:
Anema e core,
Anema e core,
Anema e core,
Anema e core.

Tralasciando il fatto che avevo letto anéma e il mio cervello aveva registrato anemica, QUALCUNO FERMI QUESTO DISCO ROTTO! Scherzo Serena, sono contenta che tu non sia anemica <3

Shablo – La mia parola

Tu fai chatty chatty io faccio parlare il mio flow
Non ti danno abbracci qua sei da solo nel block
Io le mando baci lei che per me è la più hot
Mi dicevi taci, ora però sono il goat

Vorrei poter dire qualcosa ma francamente non c’ho capito un cazzo. Se non mi aiuterà sentirla in musica, proverò con gli acidi.

Simone Cristicchi – Quando sarai piccola

Giocheremo a ricordare quanti figli hai,
Che sei nata il 20 marzo del ’46.
Se ti chiederai il perché di quell’anello al dito
Ti dirò di mio padre ovvero tuo marito.

Il testo mi ha sinceramente fatto venire i brividi e una gran voglia di andare ad abbracciare mia madre, e poi mia nonna, e poi la mia famiglia tutta. Mannaggia a te Simone. Che gran batosta di canzone! La vecchiaia dei propri genitori spaventa forse più della propria, e Cristicchi è riuscito a parlarne con la delicatezza che lo contraddistingue. 

The Kolors – Tu con chi fai l’amore

Sale come un ascensore quando vengo da te
Se fai così mi togli l’anima
Che cosa stupida
Tanto la cosa importante non è
Tu con chi fai l’amore
Stasera
Domani
Chissà

Finalmente arrivano i The Kolors a riabbassare il livello con una delle loro tipiche canzoni che parla di sesso e che puntualmente vengono canticchiate dai bambini che a mala pena si reggono in piedi. MA PERCHééééé, ma per quale strana ragione i The Kolors hanno delle frequenze che attirano i bambini? Qualcuno ha mai studiato questo fenomeno?

Il testo non lo commenterò per presa di posizione mia personale.

Tony Effe – Damme ‘na mano

Damme ‘na mano
Che c’ho ner core
Solo ‘na donna e ‘na canzone
Nun conta niente
Si crolla er monno
Io m’aricordo solo di te

Prima la ignora e poi la rincorre. Che coglioni gli uomini etero cis. Però – mi scuseranno gli altri salottieri – io devo dirlo: secondo me questa potrebbe essere una bella canzone. Un po’ Carl Brave, un po’ trapperino… Ho delle aspettative.

Willie Peyote – Grazie ma no grazie

Dovresti andare a lavorare e non farti manganellare nelle piazze
Grazie ma no grazie
Questa gente non fa un cazzo li mantengo tutti io con le mie tasse
Grazie ma no grazie
Dovresti dare meno ascolto ai sentimenti che non sono mai dei buoni investimenti
Dovremmo organizzare una rimpatriata tipo una cena di classe
Grazie ma no grazie

Un solo commento: la sinistra riparta da Willie Peyote.

Il salotto dei morti

Chiacchiere dall'altro mondo


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