
AUTRICE: Michela Murgia
ILLUSTRAZIONI: Chiara Brambilla
GENERE: Narrativa contemporanea
EDITORE: Mondadori
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2023
PAGINE: 144
CODICE ISBN: 978-88-04-77489-1
GIUDIZIO: ★★★★☆
Come si ritorna alla vita di prima quando ogni centimetro della città evoca il ricordo della persona amata? In che modo si accetta la diagnosi di un male incurabile se non ci si sente delle guerriere pronte a lottare contro il proprio corpo?
Questi sono solo alcuni degli interrogativi che nascono durante la lettura del romanzo Tre Ciotole. Rituali per un anno di crisi, dell’incredibile attivista e autrice sarda Michela Murgia. Le dodici storie contenute nell’opera creano un grande coro di voci che comunicano all’unisono messaggi differenti. Ogni personaggio vive vicende completamente diverse dall’altro, sono come sconosciuti collegati dal desiderio di cambiare vita. Per sopravvivere emotivamente ai risvolti negativi del proprio destino, ciascun protagonista sviluppa dei rituali per alleviare il senso di inadeguatezza. S’innamorano di una sagoma di cartone, mettono in atto un piano di guerra contro i ricordi, trovano la pace interiore in oggetti semplici, come tre ciotole disposte sul tavolo, e molto altro ancora. Insomma, tutti i soggetti compiono un’evoluzione interiore e sfoggiano una versione inedita di sé. La maggior parte delle vicende si svolgono all’interno di una stessa cornice: il lungo periodo di pandemia causato dalla diffusione del virus SARS-CoV-2. È sicuramente interessante vedere i protagonisti affrontare le loro giornate in relazione anche alla macrostoria che fa da sfondo alle situazioni narrate. Le donne e gli uomini presenti nel libro non hanno un’identità precisa: si mostrano soltanto per le loro caratteristiche e non attraverso un nome. Questo espediente, che a primo impatto potrebbe far storcere il naso, in realtà scrolla di dosso a noi lettori la convinzione per cui ogni cosa o persona debba essere per forza etichettata.
Un altro punto di forza di questo libro è il tipo di linguaggio impiegato: sincero, diretto, schietto e mai scontato, tale da rendere perfettamente scorrevole la lettura. Inoltre, la narrazione si basa su un’alternanza tra la prima e la terza persona, fattore che permette di vivere le vicende narrate sia nei panni del protagonista che in quelli dello spettatore.
Una volta conclusa la lettura di questo libro, la domanda è sorta spontanea: lo consiglierei a un pubblico di lettori e lettrici? La risposta è assolutamente sì perché, giunti all’ultima pagina dell’opera, si porta via con sé un grande bagaglio di emozioni. Nonostante abbia trovato alcune storie più appassionanti di altre, ciascuna di esse offre uno spunto per approcciarsi alla vita in modo diverso. Personalmente, ho deciso di intraprendere la suddetta lettura conoscendo già la penna pungente e mai banale di Michela Murgia; di conseguenza mi sono imbattuta in un’ulteriore conferma sulla sua capacità comunicativa. Nonostante la recente scomparsa dell’autrice, le sue parole ed i suoi pensieri rimarranno un’eredità eterna e preziosa. Ora mi congedo da voi con un estratto ricavato dal terzo racconto del romanzo recensito, intitolato Ricalcolo percorso, a mio parere uno dei più belli:
«Era certo di averla lasciata perché non l’amava più, ma l’aveva comunque amata abbastanza da capire che i ricordi sono più persistenti delle persone. La memoria, non l’amore, era la vera trappola. C’erano posti in cui non andava solo perché lì si ricordava di essersela ricordata».

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